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Pas très démocratique.
a écrit :
Vincenzo Cuoco, in un passo che è all’origine delle riflessioni gramsciane sulla rivoluzione passiva, scrive: “le rivoluzioni attive sono sempre più efficaci perché il popolo si dirige subito da se stesso a ciò che più da vicino l’interessa. In una rivoluzione passiva conviene che l’agente del governo indovini l’animo del popolo e gli presenti ciò che desidera e che da se stesso non potrebbe procacciarsi.” Forzando un poco, diciamo che siamo oggi di fronte all’alternativa che abbiamo indicato e che si può sintetizzare in questi termini: la “rivoluzione passiva”; cioè mutamenti circoscritti, finalizzati a una ristabilizzazione del sistema, o dinamica di trasformazioni strutturali di cui le 35 ore siano un punto di partenza?
A noi la scelta pare obbligata.
Livio maitan
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